A Babba. Storia di un delitto commissionato dalla maldicenza è un romanzo sulla violenza e l’ottusità della discriminazione.
La malafede regna sovrana e l’amore di questa madre, che non so fino a che punto può essere chiamato amore, si sottomette al conformismo.
Uno spaccato della provincia siciliana negli anni sessanta, quando il benessere economico non andò di pari passo con l’intelligenza delle cose quotidiane che accadono e con l’apertura dei sentimenti.
La famiglia viene vista ancora come un luogo chiuso, è proprio per questo mostra aspetti inquietanti quali la fuga del padre, la violenza dello zio, l’indifferenza della madre, del prete e della gente vittima del pregiudizio.
Ma com’è potuto succedere? L’unica che reagisce è “la babba”, decidendo che non è in grado più di subire, né di tollerare nessuna forma di sopruso verso chi non è così fortunato da essere considerato normale e per questo a maggior ragione andrebbe protetto.
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