Scorci di vita – Chiddu chi visti vu cuntu

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Scorci di vita – Chiddu chi visti vu cuntu, è una raccolta di poesie in vernacolo che è lo specchio dell’anima di un territorio e racconta la bellezza della relazione che dimora là dove si vive, che si porta nel cuore per sempre, che dialoga con il paesaggio, che caratterizza i volti di una comunità, che esprime la gioia e la fatica dell’esistenza.

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Scorci di vita – Chiddu chi visti vu cuntu, è una raccolta di poesie in vernacolo che è lo specchio dell’anima di un territorio e racconta la bellezza della relazione che dimora là dove si vive, che si porta nel cuore per sempre, che dialoga con il paesaggio, che caratterizza i volti di una comunità, che esprime la gioia e la fatica dell’esistenza.

È uno spazio aperto, intessuto di colori, di emozioni, di sentimenti, di ricordi, di desideri, di lavoro, di progetti, un centro di ascolto, che viene dalla terra ed arriva fino al cielo, attraversando la storia di ogni vita, tesoro nascosto, perla preziosa, frutto prezioso d’umanità agli
occhi della creatività e del Creatore.

Copertina

Morbida

Pagine

140

Dimensione

14.5×22.5 cm

Rilegatura

Brossura filo refe

Anno

2021

  1. Carthago Edizioni

    Scritto da uno solo, il prof. Santo Trimarchi, il testo tuttavia appare opera “corale”; riconducibile, in primis, alla Famiglia (la Moglie Annabella, le due Figlie Chiara ed Alessandra), ma poi anche alla Comunità in cui l’Autore nasce e cresce e della quale Egli si fa Voce solista.
    Questa la primissima impressione ad una lettura veloce; in seguito però ad una esegesi più attenta emerge un back ground assai più vasto e profondo, che affonda le radici in un terreno e in un tempo assai lontano. Il Poeta nelle sue liriche, in realtà, rappresenta i valori laici e portanti della sicilitudine, come la generosità, laboriosità, famiglia, creatività, lavoro, l’accoglienza, il rispetto della tradizione: retaggio culturale che trova la propria matrice nel coacervo fecondo di civiltà che hanno colonizzato la nostra Terra, da quelle pre-elleniche alla greco-romana, a quelle arabo normanne, angioine aragonesi spagnole e borboniche. Nella silloge poetica emerge tuttavia un altro carattere fondante dell’”anima siciliana”, la componente “cristiana”, di cui l’Autore si fa testimone in prima persona, manifestando dunque non solo i valori personali ma anche quelli familiari e “popolari”: il rispetto dell’essere umano, il perdono, la fedeltà, fede, amore, speranza, carità preghiera.
    Scrivere in vernacolo potrebbe sembra facile, in realtà appare invece assai complesso in quanto anche il dialetto si è evoluto nel tempo. Soprattutto nella seconda metà del Novecento si è assistito ad un passaggio epocale in questa evoluzione, dovuto all’avvento della società tecnologica; ha pesato moltissimo l’arrivo in ogni nostra casa della Televisione che dunque ha rappresentato il discrimen, ovvero “il prima e il dopo” nei dialetti italiani. Nel caso specifico del nostro Autore si è passati dal “santatirisotu” al “santatiresino”, come altrove dall’antiddotu all’antillesi, dal limminotu al limminisi ecc..
    Bene, merito del professore Santo Trimarchi deve ritenersi la sua capacità di modulare le varie tematiche, coniugandole alla terminologia dialettale più adeguata. Notevole la capacità da lui dimostrata di creare, nel giro di una sola parola o di qualche verso, immagini icastiche, oppure di scolpire e disegnare un “tipo”, un ritratto che resta indelebile nella mente del lettore!
    Buona lettura!
    Grazie Santo
    Ad Maiora!

    Nino Lo Conti

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